Elemento fondante del rapporto tra ogni comunità accademica e il Paese cui essa appartiene è la codifica del sapere.

I Settori Scientifico Disciplinari (S.S.D.) sono un sistema di classificazione del sapere scientifico basato su criteri di omogeneità scientifica comprendendo sia gli oggetti della ricerca sia le metodologie impiegate. Tale sistema consente di effettuare al meglio le valutazioni, le comparazioni dei risultati della ricerca di settore e l’attribuzione di compiti didattici a livelli differenziati di specializzazione. Si interessa inoltre degli specifici ambiti di competenza per le attività di ricerca legate alle figure professionali delle rispettive professioni sanitarie. Il settore, nel suo complesso, ha anche specifica competenza nella ricerca nel campo della metodologia e organizzazione delle professioni sanitarie in esso rappresentate.

Il Consiglio Universitario Nazionale (CUN), alla luce della legislazione vigente, ritiene i S.S.D. indispensabili per:

  • l’attribuzione dei CFU negli ordinamenti didattici, come previsto dal DM 270/2004 e dai successivi DM applicativi;
  • l’accesso ai ruoli universitari della docenza e la composizione delle commissioni di valutazione;
  • la valutazione della ricerca scientifica.

Tale classificazione del sapere non può essere considerata perenne, ma deriva da una periodica revisione che, nel momento in cui ridefinisce gli ambiti di competenza delle discipline, produce un’importante operazione culturale le cui ricadute sono sia immediate che di medio e lungo periodo. Una revisione della classificazione è un’operazione necessaria all’interno di un processo di mediazione tra il pragmatismo delle regole di una organizzazione universitaria, le istanze culturali del mondo accademico e quelle più generali del Paese.

Tale esigenza talvolta si scontra con una realtà tesa a cristallizzare il continuo divenire della scienza e della conoscenza con il rischio di sacrificare, anche se in modo temporaneo e contingente, realtà culturali importanti e di assoluto rilievo.

Il S.S.D. SNT/01– Scienze delle professioni sanitarie – ha una declaratoria al cui interno sono evidenziati i descrittori scientifico disciplinari che sintetizzano le caratteristiche dei profili specifici al fine di garantire l’identificazione delle specificità essenziali per l’attività didattica, nonché delle attività assistenziali ad essa correlate.

In relazione all’ultima revisione dei S.S.D. la FNCO, i Coordinatori dei corsi di laurea e i Collegi, si sono espressi per definire il settore di nostra pertinenza la cui denominazione risulta essere:

“Scienze ostetriche, ginecologiche e neonatali” (proposto al CUN dopo l’approvazione avvenuta al Consiglio Nazionale del 19/20 marzo 2010).

FORMAZIONE DI BASE E POST-BASE

Per conseguire il titolo abilitante alla professione di ostetrica/o (Dottore in Ostetricia) è prevista la frequenza di un corso di studi universitario di durata triennale. Per accedere al Corso di Laurea in Ostetricia è richiesto il diploma di scuola media superiore quinquennale.

Il percorso formativo è regolamentato da leggi italiane ed europee. Secondo le disposizioni del DM 509/99 e successive variazioni previste nei DM 22 ottobre 2004 n. 270 – DM 19 febbraio 2009 e delle direttive europee (Direttiva 2005/36/CE – recepita in Italia dal Decreto Legislativo 9 novembre 2007, n.206 ), è previsto il raggiungimento di 180 crediti nei tre anni (ogni CFU equivale a 30 ore, quindi un totale di 5400 ore di impegno formativo).

Il corso si articola in attività di apprendimento teorico, e pratico presso strutture ospedaliere e territoriali. La finalità del corso è di formare professionisti competenti nell’ambito della gestione delle cure ostetriche volte alla tutela/promozione della salute riproduttiva della donna, nel percorso nascita (gravidanza, parto e puerperio) e nell’assistenza al neonato. Inoltre, la formazione, verte sul preparare una professionista che possa svolgere un lavoro di educazione sanitaria e sessuale sia nell’ambito della famiglia che della comunità. (vedi Profilo Professionale) Il titolo abilita il professionista alla libera circolazione nei Paesi dell’Unione Europea (Direttiva 2005/36/CE -Decreto Legislativo 9 novembre 2007, n.206 ).

Dopo il conseguimento della Laurea di primo livello l’Ostetrica/o può sviluppare le sue competenze frequentando dei Master della durata di un anno (60 CFU) o conseguire la Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche (D.M. 8 gennaio 2009) di durata biennale (120 CFU), la cui finalità è far acquisire al professionista competenze disciplinari avanzate nell’ambito del management, della formazione e della ricerca.

Per chi possiede la Laurea Magistrale, è possibile accedere a Master di secondo livello e/o al Dottorato di Ricerca, per introdursi all’attività di ricerca ostetrica.

Possono accedere alla formazione post base (Master, Laurea Magistrale, Dottorato) tutti coloro in possesso del diploma di scuola media superiore e che abbiano conseguito il titolo abilitante alla professione di ostetrica/o anche antecedentemente all’istituzione del Corso di Laurea in Ostetricia. (Legge 1/2002).

La disponibilità di posti è programmata annualmente su base nazionale, cosi come disposto dalla legge 2 agosto 1999, n. 264, “Norme in materia di accesso ai corsi universitari”, anche in base alla disponibilità di personale docente, di strutture didattiche e di strutture assistenziali utilizzabili per lo svolgimento delle attività pratiche. Il numero degli studenti ammissibili ai primo anno di corso è pertanto definito ai sensi dell’art. 3 della medesima legge 264/1999; la selezione per l’accesso al corso avviene con le modalità stabilite dall’art. 4 della predetta legge.

La prova finale, abilitante all’esercizio professionale di ostetrica, comprende una prova teorico/pratica nel corso della quale lo studente deve dimostrare di aver acquisito le conoscenze e abilità teorico-pratiche e tecnico-operative proprie del profilo professionale di ostetrica/o e la redazione di un elaborato con dissertazione. Il numero di crediti attribuiti alla prova finale è fissato per decreto.